Prato e il suo fiume
Prato e il suo fiume. Percorsi psico-sociali è un progetto dell’artista Andrea Abati che invita esperti di diverse discipline a camminare lungo il fiume proponendo azioni e interventi, che lo interpretano e lo raccontano in rapporto alla propria materia. È stata inoltre presentata una mostra che raccoglie immagini del fiume prodotte durante i laboratori organizzati da Dryphoto ai quali hanno aderito gruppi provenienti dal Dipartimento Salute Mentale del Servizio Sanitario Pratese, fra i quali il Foto & Dintorni.
L’iniziativa Prato e il suo fiume. Percorsi psico-sociali si è articolata in diversi momenti distribuiti nelle giornate del 14 e 28 novembre lungo la riva sinistra del fiume Bisenzio dove hanno avuto luogo una serie di azioni e interventi dei diversi partecipanti alla giornata.
IL FIUME BISENZIO COME SPAZIO DI SVAGO E CONTATTO CON LA NATURA
Il fiume Bisenzio, come tutti i corsi d’acqua che attraversano centri urbani, ha un rapporto molto stretto con la città e nella sua storia ha assolto a diverse funzioni.
La sua importanza per il tessuto produttivo della città è stata determinante, sono state infatti le sue acque che hanno alimentato il complesso sistema delle gore, presente da molti secoli, che ha permesso la nascita e lo sviluppo del sistema tessile pratese.
Negli ultimi tempi il fiume è tornato ad essere uno spazio fondamentale per lo svago e il contatto con la natura. Lungo la riva e sul fiume, anche nelle zone più plasmate dall’uomo, si ha la possibilità di incontrare una fauna veramente bella: l’airone cinerino, il gabbiano, la nitticora, i germani e spesso la femmina di germano con i suoi anatroccoli, il martin pescatore, la gallinella d’acqua, il tuffetto, la folaga, la garzetta, la rara sgarza dal ciuffetto, il tarabusino.
Durante la pandemia il fiume è stato un “rifugio”, che ci ha permesso di dare sfogo alla nostra mancanza di libertà; i percorsi ciclopedonali delle sue sponde sono stati e sono il luogo più frequentato della città, sempre più persone lo vivono e ne riscoprono gli aspetti naturalistici. Sulle sue rive passeggiano, fanno sport e giocano cittadine e cittadini di qualsiasi etnia e religione.
Durante la prima fase della pandemia, i soggetti più fragili sono stati quelli maggiormente danneggiati dalla limitazione di movimento; la chiusura di certi servizi di sostegno e l’impossibilità di avere momenti di socializzazione ha aumentato il loro disagio e la loro emarginazione mettendo in evidenza la struttura debole della nostra società e aumentando il disagio e il divario sociale. La salute mentale e il benessere di intere società sono stati gravemente colpiti da questa crisi e sono una priorità da affrontare con urgenza.
Possiamo già infatti vedere un aumento consistente nei numeri dei casi che si rivolgono al Dipartimento Salute Mentale della nostra città e molti riguardano ragazze e ragazzi al di sotto dei diciotto anni.
Per gli utenti seguiti dai vari Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Toscana sono venuti a mancare tutta una serie di attività esistenti sul territorio.
DRYPHOTO ARTE CONTEMPORANEA, UN PERCORSO SOCIALE
Dryphoto arte contemporanea esplora da tempo la potenzialità dell’arte, come spazio di libera sperimentazione di estetiche relazionali fra discipline diverse, apre la possibilità a persone non provenienti dal mondo dell’arte di agire nei processi seguendo percorsi creativi, partendo dall’analisi degli elementi del territorio, dal contesto sociale a quello storico culturale, dalla qualità ambientale allo stato della relazione fra essere umano e ambiente, portando avanti specifici progetti che riguardano il paesaggio rurale e urbano, ma anche il mondo degli “ultimi”, coloro che stanno ai margini, le persone con disagio psichico, i reclusi, i “nuovi cittadini”.